Lenin

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    Lenin (in russo: Ленин[?]), pseudonimo di Vladimir Il'ič Ul'janov , in russo: Владимир Ильич Ульянов[?] (Simbirsk, 22 aprile 1870 – Gorki Leninskie, 21 gennaio 1924) è stato un politico e rivoluzionario russo. Artefice della Rivoluzione russa dell'ottobre 1917, fu capo del partito bolscevico e presidente del Consiglio dei Commissari del Popolo della Russia sovietica e poi dell'URSS.
    Il 4 dicembre 1887 gli studenti di Kazan' tennero un'assemblea non autorizzata nell'Università; le autorità considerarono sovversiva l'iniziativa e quella notte la polizia arrestò Vladimir e una quarantina di studenti. All'osservazione del poliziotto: «perché vi rivoltate, giovanotto? Avete davanti una muraglia», rispose: «Sì, una muraglia che crolla. Basta una spinta perché precipiti». Venne rilasciato due giorni dopo ed espulso dall'Università.[12]

    Le autorità lo confinarono dapprima a Kokuškino e, dopo aver respinto per due volte la richiesta di essere riammesso all'Università e avergli negato il passaporto, nell'autunno del 1888 gli concessero di abitare insieme con la famiglia a Kazan'.[13] Qui Vladimir prese a frequentare uno dei diversi circoli studenteschi esistenti nella città universitaria, frequentato da un'anziana populista, Marija Četvergova, dove si leggeva e si discuteva di politica. Il più importante era quello creato dal giovane marxista Fedoseev, che peraltro Vladimir, ancora soggetto all'influsso della Narodnaja Volja, contattò solo qualche anno dopo. Cominciò a leggere Il Capitale di Marx, una lettura già praticata dal fratello Aleksandr. È probabile che le tendenze rivoluzionarie di Vladimir non avessero ancora assunto «una tinta socialdemocratica» e che lo studio del marxismo non significasse per lui una rottura con le opinioni populiste.[14]

    Il 3 maggio 1889 gli Ul'janov, sempre sorvegliati dalla polizia, andarono a passare l'estate ad Alakaevka, un villaggio della provincia di Samara, dove la madre, vendute le proprietà di Simbirsk, aveva acquistato una piccola proprietà agricola. Quella stessa estate, il 13 luglio, il circolo socialdemocratico di Kazan' venne sciolto d'autorità e Fedoseev e i suoi compagni furono arrestati. L'inverno fu trascorso in una casa presa in affitto a Samara, che accolse anche Mark Elizarov, fresco sposo di Anna Ul'janova.[15] La casa era frequentata da alcuni rivoluzionari richiamati dalla fama di Aleksandr Ul'janov, come Nikolaj Dolgov, seguace di Nečaev, il fondatore della Narodnaja Rasprava, i coniugi Livanov, implicati nell'affare Koval'skij e nel «processo dei 193», Marija Golubeva, già seguace di Pëtr Zaičnevskij. Questi tipici populisti «divennero per Vladimir una vera scuola superiore di pratica rivoluzionaria».[16]
    La sorella Anna

    Vladimir frequentava anche il coetaneo Aleksej Skljarenko, che aveva già scontato un anno di carcere a San Pietroburgo. Questi, con l'amico Semёnov, riproduceva e diffondeva manifestini rivoluzionari ispirati alla Narodnaja Volja, ma entrambi passarono ben presto alla socialdemocrazia.[17] Nel maggio del 1890 Vladimir ottenne finalmente l'autorizzazione a sostenere gli esami come studente esterno nella facoltà di giurisprudenza dell'Università di San Pietroburgo. Alla fine di agosto era nella capitale per informarsi dei programmi e in quell'occasione si procurò da un professore una copia dell'Anti-Dühring di Engels.[18] Insieme all'altro scritto di Engels, La situazione della classe operaia in Inghilterra, al Capitale e alla Miseria della filosofia di Marx, a Le nostre divergenze di Plechanov e ai testi di diritto, questa lettura lo impegnò per un anno.[19]

    In un anno e mezzo riuscì a dare tutti gli esami previsti nei quattro anni del corso di laurea,[20] e il 15 novembre 1891, primo dei 134 studenti promossi, ottenne il diploma di primo grado.[21] Dopo un tirocinio nello studio dell'avvocato Chardin, valente scacchista apprezzato dal famoso Čigorin e radicale in politica, nel luglio del 1892 ottenne l'iscrizione all'Albo degli avvocati: la sua brevissima attività professionale consistette nel patrocinio di sole dieci cause giudiziarie, modesti processi nei quali intervenne per lo più come difensore d'ufficio, perdendoli tutti.[22]

    Nell'inverno 1891-1892 la Russia patì una grave carestia. Il giornalista Vodovozov, allora residente a Samara, raccontò poi «la profonda divergenza» che lo divise da Vladimir Ul'janov «riguardo l'atteggiamento da prendersi nei confronti della carestia». I populisti, soccorrendo bisognosi e ammalati, speravano di «trovare una via pacifica e legale per conquistarsi la simpatia del popolo», mentre i marxisti «si pronunciavano non già contro i soccorsi agli affamati, ma contro le illusioni [...] della filantropia». In quell'occasione Vladimir espresse apertamente il suo disprezzo verso i personaggi più autorevoli del populismo.[23] La sua formazione politica era ormai compiuta quando, il 31 agosto 1893, Vladimir Ul'janov si trasferì a San Pietroburgo per cominciare la sua vita di rivoluzionario.[24]
    La polemica contro il populismo [modifica]

    Il suo impiego come assistente dell'anziano avvocato liberale Folkenstein fu soprattutto una copertura. In effetti Ul'janov si occupò prevalentemente del piccolo circolo socialdemocratico cui era stato ammesso e del quale divenne subito la figura preminente. Il circolo fu organizzato costituendo un gruppo centrale formato da quattro intellettuali e due operai: questi ultimi, debitamente istruiti, dovevano reclutare nelle loro fabbriche altri operai e costituire così altri gruppi che sarebbero stati a loro volta istruiti, allargando progressivamente il numero dei simpatizzanti.[25]
    Nadežda Krupskaja

    Il suo primo scritto, terminato nel 1893 ma pubblicato solo nel 1923, Nuovi spostamenti economici nella vita contadina,[26] si occupa dell'obščina (община), la tradizionale comunità rurale, di origine feudale, dei villaggi russi, esaltata dai populisti che la ritengono una società di eguali, contrapponendola alle forme economiche capitalistiche, che invece producono disuguaglianze. Lenin osserva che anche nell'obščina si sono prodotte differenze di classe, in quanto una minoranza di contadini è riuscita ad accumulare progressivamente una maggiore quantità di terra, mentre la maggioranza si è impoverita.[27]

    I populisti deducono che in queste condizioni il capitalismo non sia possibile, mancando un mercato adeguato al suo sviluppo. Secondo Lenin, invece, la disgregazione dell'obščina crea le premesse del capitalismo, in quanto i contadini poveri, per sopravvivere, devono lavorare come salariati e acquisiscono così mezzi monetari a loro prima sconosciuti, favorendo il passaggio dall'economia naturale della comunità all'economia di mercato.[28]

    In una riunione del circolo di Pietroburgo, tenuta nel febbraio del 1894, Ul'janov conobbe Nadežda Krupskaja (1869-1939), un'impiegata delle Ferrovie che la domenica sera insegnava in una scuola per operai.[29] Nell'autunno del 1894 scrisse il breve saggio Che cosa sono 'Gli amici del popolo' e come lottano contro i socialdemocratici, che inizialmente circolò ciclostilato e anonimo, seguito da Il contenuto economico del populismo e la sua critica nel libro del signor Struve.

    Lenin vi esalta la superiorità scientifica del marxismo e rimprovera i populisti di soggettivismo sociologico: «Le condizioni storiche che avevano dato ai nostri soggettivisti il materiale per la loro "teoria" consistevano (come consistono tuttora) in rapporti antagonistici e hanno generato l'espropriazione del produttore. Non riuscendo a capire questi rapporti antagonistici, non riuscendo a trovare in essi elementi sociali che possano riscuotere l'adesione degli "individui isolati", i soggettivisti si sono limitati a costruire teorie che consolassero questi individui "isolati", affermando che la storia l'hanno fatta questi individui vivi».[30]Il Terrore rosso [modifica]
    Lenin con Trotsky e Kamenev
    Exquisite-kfind.png Per approfondire, vedi la voce La fine dei Romanov.

    Nell'estate 1918 le truppe controrivoluzionarie cecoslovacche avanzano rapidamente verso Ekaterinburg, dove il deposto Nicola II si trova agli arresti con la sua famiglia. Il 16 luglio, Sverdlov con il beneplacito di Lenin[43] ordina al commissario Jurovskij l'eliminazione di Nicola II, della moglie Aleksandra Fëdorovna, e dei figli Ol'ga, Tat'jana, Marija, Anastasija e Aleksej, unitamente a membri del loro seguito anch'essi detenuti. La notizia dell'esecuzione a Mosca viene data mentre Lenin ascolta la discussione sui provvedimenti sanitari proposta dal commissario per la sanità Semaško; c'è "silenzio generale" fino a quando Lenin non propone di continuare la lettura della relazione. Il comunicato ufficiale diramato dall'"Izvéstija" del 19 luglio proclama l'avvenuta fucilazione dello zar, ma non menziona la famiglia, che anzi dichiara "trasferita in un luogo sicuro".[44][45] La Chiesa ortodossa russa ha canonizzato nel 2000 Nicola II e la sua famiglia come martiri.

    Ai primi di agosto lasciano la Russia gli ambasciatori delle potenze dell'Intesa, che decide di appoggiare direttamente la controrivoluzione: il 15 agosto 1918 truppe inglesi e americane sbarcano ad Arcangelo e a Murmansk, mentre il 30, a Mosca, la SR Fanny Kaplan, con due colpi di rivoltella, ferisce gravemente Lenin e a Pietrogrado è ucciso il dirigente della Čeka Uritskij. Il Governo concede alla Čeka un'autorità illimitata, autorizzando la fucilazione senza processo di tutti i criminali politici e degli speculatori, l'arresto dei SR di destra, la presa di ostaggi fra i «borghesi» e gli ufficiali: il 7 settembre vengono rese note 512 fucilazioni a Pietrogrado, un centinaio a Kronštadt, 60 a Mosca, 86 a Perm, 41 a Novgorod.[46]

    Il VCIK, il 25 ottobre, dichiara che «vista la situazione, il terrore, come mezzo di sicurezza, s'impone. È indispensabile, se si vuole salvare la repubblica sovietica contro i suoi nemici, isolare questi ultimi in campi di concentramento e fucilare tutti coloro che saranno sorpresi nelle organizzazioni, nei complotti e nelle sommosse delle guardie bianche»; è la chiara risposta a dichiarazioni come quella del generale bianco Denisov, il quale afferma che «è necessario sterminare senza pietà le persone che fossero scoperte a collaborare con i bolscevichi».
    Il comunismo di guerra [modifica]

    Nel corso del 1918 era scoppiata la guerra civile tra le "armate bianche", che lottavano per la restaurazione dell'impero zarista (esse trovarono in alcune zone l'iniziale appoggio delle masse rurali contrarie alle requisizioni effettuate dal governo sovietico, ma poi lo persero per la volontà dei "bianchi" di restaurare sistematicamente nei territori conquistati tutti gli antichi privilegi della nobiltà e del clero), e le "armate rosse" comuniste.

    Le armate bianche erano finanziate e appoggiate militarmente dalle potenze dell'Intesa (Stati Uniti, Gran Bretagna, Francia, Giappone e Italia), contrarie alla nascita di uno stato anticapitalista. Le armate rosse dovevano anche affrontare una guerra contro la Polonia per il possesso di ampie zone di confine (che si concluderà col trattato di Riga del 1921) e le numerose sommosse anti-comuniste promosse da contadini, menscevichi e populisti.
    Truppe bolsceviche impegnate in uno scontro a fuoco durante la guerra civile

    In conseguenza della situazione precaria, Lenin (con l'appoggio degli altri dirigenti del partito bolscevico), al fine di poter vincere la guerra e poter quindi realizzare la rivoluzione socialista e l'eliminazione della "classe borghese", autorizzò la promulgazione e l'attuazione di una serie di provvedimenti (in vigore tra il 1918 ed il 1921), che vanno complessivamente sotto il nome di "comunismo di guerra".

    Vengono decisi il razionamento delle derrate alimentari e la requisizione forzata delle eccedenze cerealicole dei contadini (la popolazione rurale rispose con sollevazioni ai tentativi del governo di sequestrare le derrate agricole, le quali furono duramente represse), il che, in comune con i danni causati dagli scontri della guerra civile e dalla prima guerra mondiale, causò carestie che provocarono (tra il 1918 ed il 1922) la morte di un numero di persone stimato fra i 2 ed i 5 milioni, soprattutto tra le più indigenti.

    Il comunismo di guerra consistette principalmente nel controllo statale della produzione (per fini bellici) e della distribuzione di alimenti e prodotti (che dovevano essere razionati per le esigenze legate alla guerra). La politica di razionamenti avrebbe determinato la crisi dell'economia di scambio basata sulla moneta a favore di una forma di economia basata sul baratto (il governo russo ovvierà a tale situazione a partire dal 1921).

    Per le esigenze legate alla produzione bellica, viene vietato lo sciopero e viene attuata la militarizzazione del lavoro, con turni di lavoro forzato.

    Per impedire la diffusione tra il popolo di idee controrivoluzionarie ritenute "pericolose", viene soppressa la libertà d'opinione, viene reintrodotta (essa era stata abrogata subito dopo la rivoluzione d'ottobre) la pena di morte (per il solo ma vago reato di "controrivoluzione"), viene abolita la libertà di stampa (con conseguente ufficializzazione della censura, già praticata), si inizia la persecuzione di tutti coloro che vengono considerati "non lavoratori" e amplissimi poteri vengono dati alla čeka, la polizia politica che diviene il simbolo della repressione leniniana (il cosiddetto "terrore rosso", che determinò la morte o la detenzione di migliaia di civili; Lenin, basandosi sull'esperienza francese, considerava il terrore indispensabile per la realizzazione di una qualsiasi rivoluzione).[47]
    Exquisite-kfind.png Per approfondire, vedi la voce Comunismo di guerra.
    La NEP [modifica]

    Col decimo congresso del Partito comunista nel marzo 1921, Lenin annuncia l'abbandono del "comunismo di guerra" e l'inizio la "Nuova Politica Economica" (NEP), come già preannunciato nel saggio "L'estremismo, malattia infantile del comunismo", scritto nell'aprile 1920.

    Egli rinuncia alla realizzazione immediata di un sistema economico pianificato (di cui era possibile ravvisare alcuni elementi come il GOELRO la Commissione di Stato per L'Elettrificazione della Russia istituita nel febbraio del 1920)[48], già durante il periodo del "comunismo di guerra" ed in quello immediatamente precedente, giudicando non pronta la popolazione: si ha la sostituzione delle requisizioni ai contadini con un'imposta in natura, la restaurazione della libertà di commercio e della proprietà privata delle piccole e medie imprese, l'abolizione del controllo operaio, la reintroduzione del cottimo e il ristabilimento dell'azione sindacale. La scelta di abbandonare il comunismo di guerra viene presa dopo una serie di ribellioni operaie e dopo l'ammutinamento della base navale di Kronštadt (tra il 1º e il 17 marzo 1921), i cui soldati erano stati determinanti nella presa di Pietrogrado durante la Rivoluzione d'ottobre.
    Exquisite-kfind.png Per approfondire, vedi la voce Nuova politica economica.
    Gli ultimi anni e la morte [modifica]
    Lenin in un manifesto della propaganda bolscevica; le scritte, tratte da un poema di Majakovskij, significano Lenin visse, Lenin vive, Lenin vivrà

    Al X congresso del partito viene decisa la lotta al "frazionismo" e si istituzionalizza il divieto di creare correnti in seno al partito. In tale occasione, il partito viene epurato di circa un terzo dei suoi membri e viene attribuita alla Segreteria di Partito il potere di scegliere i delegati al congresso dei soviet.

    Nel 1921 si ha la reintroduzione nelle scuole dei sistemi educativi tradizionali, integrati con la propaganda di partito.[47] Si ha inoltre la creazione di associazioni giovanili a carattere ideologico socialista: i "Pionieri" (cui sono iscritti i bambini sino ai 15 anni) e la "Gioventù Comunista" o "Komsomol" (cui sono iscritti i ragazzi al di sopra dei 15 anni), che seleziona i candidati al partito (nella fase iniziale queste organizzazioni non erano di massa).[47]

    Il 6 febbraio 1922 la Čeka viene sciolta e sostituita dalla Gpu, una nuova polizia politica che nasce ufficialmente per ripristinare la "legalità rivoluzionaria" e per porre fine alle procedure extragiudiziarie.
    « Tuttavia, la Gpu mantiene gli organici della Čeka ed ottiene la facoltà di poter punire (anche con la morte) senza processo tutti coloro che vengono considerati responsabili di banditismo. »

    (16 ottobre )

    Nel marzo viene decisa la requisizione degli oggetti di culto preziosi appartenenti al clero, ufficialmente allo scopo di rimediare agli effetti della carestia che si erano accompagnate durante la guerra. Infatti si ebbero circa un migliaio di episodi di "resistenza", a seguito dei quali i Tribunali rivoluzionari comminarono la pena di morte a 28 vescovi e 1215 preti e la pena detentiva a circa 100 vescovi e diecimila preti.[47] In dicembre viene organizzata una campagna pubblica per irridere il Natale; simili manifestazioni si avranno l'anno seguente anche in occasione della pasqua e della festa ebraica del Yom Kippur.

    Nel medesimo anno viene creata la carica di segretario generale del partito (che viene ricoperta da Stalin).

    Il 30 dicembre la Russia si trasforma in Unione Sovietica (il Partito Comunista Russo diventerà Partito Comunista dell'Unione Sovietica).

    Lenin spese gli ultimi anni della propria vita, una volta conclusa la guerra e resosi conto delle proprie precarie condizioni di salute, principalmente nel cercare di designare il suo "successore" alla guida del partito.

    Subisce il primo attacco della sua malattia il 25 maggio 1922 (un ictus che comporta un parziale deficit del lato destro del corpo, tanto che è costretto a imparare a scrivere con la sinistra); solo il 2 ottobre comincia a tornare all'attività ma il 16 dicembre subirà un secondo attacco, il 23 dicembre riprende forze e lucidità ma le sue condizioni si aggravarono progressivamente, dal 6 marzo 1923 non è più in grado di comunicare, fino alla completa paralisi ed alla morte il 21 gennaio 1924[49].

    Data la giovane età di Lenin (aveva solo 53 anni alla data della morte), si sono diffuse nel tempo diverse teorie riguardanti la morte di Lenin: vi fu e vi è chi sostiene che la causa della prematura morte di questi sia da rintracciare in una forma di sifilide. A seguito di un'autopsia compiuta sul cadavere (poco tempo dopo dal decesso) per conto del governo russo, la causa ufficiale della morte venne identificata in un'aterosclerosi cerebrale. Tuttavia solo 8 dei 27 medici curanti concordarono che l'aterosclerosi fosse la vera causa della morte e perciò solo costoro firmarono il referto autoptico.
     
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  2. Lipi™
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    Ti sei ispirato da Stalin ? :asd:
     
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  3. Goebbels™
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    Lenin :mah:
     
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    CITAZIONE (Lipi™ @ 6/3/2012, 19:07) 
    Ti sei ispirato da Stalin ? :asd:

    Si,ma sappiate che non sono ne comunista ne di sinistra.Sono leghista-pdllino.
     
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  5. Lipi™
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    CITAZIONE (†•Andrea™•† @ 7/3/2012, 14:26) 
    CITAZIONE (Lipi™ @ 6/3/2012, 19:07) 
    Ti sei ispirato da Stalin ? :asd:

    Si,ma sappiate che non sono ne comunista ne di sinistra.Sono leghista-pdllino.

    :asd:
     
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