Recensione > Pes 2013

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    PES-2013

    Recensione



    Il 2011 non è stato sicuramente l’anno di Pro Evolution Soccer. L’ultima versione dello storico brand ha fatto il passo più lungo della gamba, proponendo novità forse troppo ambiziose e venendo giudicata su queste stesse pagine con un 78/100 che, quando si parla di PES, ha l’amaro sapore della delusione.
    Konami, probabilmente conscia degli errori e della supremazia ormai consolidata del rivale FIFA, ha ora giocato d’anticipo. PES 2013 è stato appena annunciato ufficialmente e non è tanto la notizia in sé ad aver destato scalpore, quanto le tempistiche con cui è stata rilasciata. Le promesse di Seabass e del suo team, come sempre, sono tante. Tale celerità porterà con sé altrettanta qualità?

    Pro Evolution o Pro Revolution Soccer?
    “Rivoluzione, non evoluzione”. Con queste parole, che onestamente sanno di già sentito, la casa giapponese ha timbrato il suo nuovo progetto. Tale rinnovamento partirebbe dal basso e riguarderebbe diversi aspetti criticati dalla community.
    Il controllo del pallone verrebbe completamente ristudiato con l’obiettivo di delegare davvero in maniera totale la gestione dell’azione al giocatore. Per permettere ciò i calciatori più forti e rappresentativi avranno maggiore incidenza in campo, permettendoci di fare la differenza con un lancio millimetrico o di sgusciare in dribbling e spezzare così le trame difensive degli avversari. Proprio il dribbling verrà rallentato sensibilmente, rendendo le azioni più fluide e realistiche. Le classiche discese sulla fascia, prerogativa della serie, non saranno più facili e devastanti, perché saremo costretti a prestare molta più attenzione al controllo della sfera tra i piedi. Faranno da contraltare, ovviamente, una maggior sensibilità nel tocco e con essa una protezione del pallone potenzialmente più dura ed efficace.
    Il famoso controllo a 360°, promessa mai del tutto mantenuta in passato, diventerebbe ora realtà grazie a queste importanti modifiche, avvicinando sensibilmente PES 2013 al livello di simulazione offerto dalla concorrenza.
    A beneficiare di una sostanziale limatura saranno anche i tiri che, per quanto fisicamente appaganti, nell’ultima versione soffrivano ancora di traiettorie anarchiche e a volte casuali. Direzionare una conclusione e deciderne potenza e altezza saranno sulla carta operazioni più semplici e dominabili, pur rimanendo condizionate dalla dolcezza del piede che le scaglia. Cercare il goal allo stesso modo con Cristiano Ronaldo o Abate, insomma, porterà inevitabilmente a risultati differenti.

    Rinnegare il passato
    Ad appoggiare le implementazioni al gameplay arriverà una nuova intelligenza artificiale, denominata “Pro Active AI”. Diverse volte, negli ultimi anni, Konami ha sperimentato soluzioni in tal senso, stracciando regolarmente il lavoro fatto l’anno successivo per introdurre motori altrettanto insoddisfacenti.
    A onor degli sviluppatori va l’essersi resi disponibili a raccogliere i feedback della community, sempre molto utili e certosini a riguardo. L’attenzione sarà riposta sul rendere molto più intelligenti (calcisticamente parlando) i compagni di squadra, in modo che si muovano con senso tattico e coerenza. La coesione di cui beneficerebbe la manovra, dunque, porterà imprevedibilità e realismo. Cambiare modulo o strategia in corsa diventerebbe un’azione davvero incisiva sul sistema di gioco grazie alla capacità degli undici in campo di percepire le nostre indicazioni.
    Si sta lavorano pesantemente anche sulla difesa. A prescindere dalle nostre scelte, l’obiettivo è rendere le linee arretrate più unite e solide rispetto al passato per evitare buchi o distrazioni clamorose. Perfezionare il sistema difensivo significherà aumentare anche l’efficacia della sovrapposizione dei terzini in fascia e del contropiede.
    Naturalmente, per concretizzare tutte queste fantastiche idee Konami dovrà slegare definitivamente Pro Evolution Soccer da quei cliché che si trascina stancamente da generazioni. Marchi di fabbrica come i “binari” o la legnosità delle animazioni, insomma, dovranno necessariamente trasformarsi da scoglio insormontabile a vecchio ricordo. Solo così la serie si aprirà definitivamente all’attuale generazione e uscirà da quel limbo in cui sembra essersi irrimediabilmente arenata.
     
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