Europa League, finale in "famiglia" Tutti gli intrecci di Atletico-Athletic

« Older   Newer »
 
  Share  
.
  1. Lipi™
        +1   -1
     
    .

    User deleted


    0M3PV89F--300x145



    Quando stasera, terminata la finale di Europa League, i giocatori di Atletico Madrid e Athletic Bilbao si scambieranno le maglie, involontariamente compiranno un gesto molto più simbolico e significativo di quanto dica il solito cerimoniale del fair play. Perché questi due club hanno un legame storico indissolubile e la ragione è semplice: uno è nato da una costola dell’altro. Nel 1903, fu un gruppo di aspiranti ingegneri baschi che studiavano nella capitale spagnola a fondare l’Atletico Madrid. Che infatti, in un primo momento, venne chiamato Athletic Club Sucursal de Madrid, in onore della squadra già esistente nella provincia di Vizcaya dal 1898. A Bilbao, il football era arrivato qualche anno prima, per merito dei marinai inglesi che lavoravano nei porti della zona e che avevano coinvolto i baschi nelle loro partite organizzate nel tempo libero. Oggi le tifoserie di Atletico Madrid e Athletic Bilbao non sono propriamente amiche, tanto è vero che hanno già iniziato a “beccarsi” sugli aerei che le hanno portate a Bucarest e per le vie (fresche e piovose, a poche ore dal fischio d’inizio) della principale città romena, teatro della partita. Le ragioni di questa ostilità, va da sé, sono essenzialmente politiche. Ma i due club, che nella loro storia vantano complessivamente 17 trionfi nella Liga, 32 in Copa del Rey e 6 nelle coppe internazionali, sono più che gemelli.


    DERBY NEL DERBY — E’ solo una delle storie che colorano questo match ricco di fascino. Allo stadio National, la finale di Europa League (ex Coppa Uefa) sarà un derby per la 9ª volta: nel maggio scorso, era stata una questione portoghese tra Porto e Braga. E anche in questa edizione, come accadde dodici mesi fa con Andre Villas Boas, a trionfare sarà un tecnico esordiente nelle coppe europee. E’ derby anche in panchina: Diego Pablo Simeone e Marcelo Bielsa sono entrambi argentini e naturalmente, in una sfida fatta di intrecci come quella tra gli “Atletici”, non poteva mancare un incrocio importante anche nella carriera dei due allenatori. “El Cholo” faceva parte della Seleccion albiceleste condotta da “El Loco” al tracollo (il buco nero in una carriera piena di successi) nella fase a gironi del Mondiale 2002.

    FALCAO VS LLORENTE — Simeone, che cerca di bissare in panchina il trofeo conquistato da giocatore dell’Inter nel ’98, avrà dunque il piccolo vantaggio di conoscere perfettamente il credo tattico del rivale. Ma Bielsa, sogno proibito (passato e presente) proprio dei nerazzurri di Moratti, è un perfezionista che non tralascia alcun dettaglio. E di certo avrà apprezzato e studiato i miglioramenti apportati dal “Cholo” all’Atletico, da quando, lo scorso 23 dicembre, ne ha rilevato la guida dalle mani di Manzano. I Colchoneros oggi sono una squadra solida, che ha in Falcao il terminale offensivo (il colombiano è top scorer di questa e della passata edizione del torneo), negli ex juventini Diego e Tiago i costruttori di gioco e nel giovane Adrian la bella sorpresa della stagione. Dall’altra parte, l’Athletic ha quattro elementi nel giro della nazionale spagnola: il centrale Javi Martinez, il terzino destro Iraola, l’infortunato centrocampista offensivo Munian e ovviamente il bomber Llorente. I baschi, che nell’ultimo atto di Copa del Rey sfideranno il Barça e inseguono un “doblete” da sogno, tornano finalmente nella finale di una coppa europea dopo l’amara sconfitta con la Juve nella Uefa del ’77. Qualcosa hanno dovuto lasciare per strada in campionato, dove sono noni, mentre l’Atletico è risalito fino al quinto posto e spera ancora nel sorpasso al Malaga, per ottenere la qualificazione in Champions proprio all’ultima giornata.

    MAREA BIANCOROSSA — Rojiblancos contro rojiblancos, dunque, stasera a Bucarest, invasa in queste ore da una marea a strisce biancorosse. Ma i colori sociali non sono stati sempre questi, perché inizialmente l’Athletic Club comprava la divise da football a Blackburn e vestiva biancoblù, come i Rovers e come la succursale madrilena, che copiava in tutto e per tutto la casa madre. Poi, nel 1910, una spedizione vizcayna diretta a Blackburn per acquistare 50 divise biancoblù rimase a mani vuote, perché il materiale era esaurito. Ma prima di salpare da Southampton per tornare in patria, ecco il colpo di genio: perché non comprare 50 maglie biancorosse come quelle dei Saints, che contenevano pure un paio di colori della bandiera basca? Detto fatto: 25 finirono a Bilbao, le altre 25 a Madrid ed entrambi i club diventarono rojiblancos. Anche a Blackburn e a Southampton, dunque, hanno un motivo per seguire questa finale. E anche qui c’è un intreccio: i Rovers sono appena retrocessi dalla Premier League, dove invece hanno fatto finalmente ritorno i Saints. Biancoblù che lascia il posto al biancorosso, la storia si ripete. Storie di calcio, buone per passare il tempo prima che l’arbitro Stark fischi l’inizio.
     
    Top
    .
0 replies since 9/5/2012, 17:32   13 views
  Share  
.