Da Balotelli a Sheva, da Van Persie a Ibra: 10 istantanee da Euro 2012

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  1. Ibracadabra11
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    Dieci fotografie. Istantanee di un passato recente, che fotografano un Europeo chiuso sotto mille facce. Sorrisi. Lacrime. Esultanze. Botte. Polemiche. Gesti che resteranno eterni, altri che in molti vorranno presto dimenticare. Non è una classifica, è solo un piccolo archivio di freschi ricordi di una kermesse chiusa con gli abbracci spagnoli e con l'Italia matata sì, ma con l'orgoglio delle grandi.

    LE LACRIME E LA PRIMA ESULTANZA DI BALOTELLI - Ha esultato, Mario. L'ha fatto con rabbia, per la prima volta. I muscoli, le grida, la voglia di spaccare il mondo col suo fisico e con le sue doti. Poi ha pianto. Lacrime vere, sincere, di un ragazzo che ha visto i sogni spezzarsi ad un passo dalla concretizzazione, novanta minuti lontano da un miracolo. E' l'uomo nuovo dell'Italia e chissà se è cambiato davvero o se, come dice Raiola, è cambiato il nostro modo di vederlo. Ma tra muscoli, sorriso e lacrime, è questo il Balotelli che tutti aspettavano da tempo.

    I GOL DI SHEVCHENKO - Dal giovane al vecchio, dal ragazzo alla leggenda. Finito, esaurito, consumato, ex. Povero Sheva, dicevano in molti, prima dell'Europeo. Poi è rinato o, forse, ha dimostrato che la stella non si spegne mai. E' stato l'uomo copertina di un'Ucraina orgogliosa e penalizzata, ma eliminata dalle corazzate Francia ed Inghilterra. Lui, però, è uscito vincitore. E dal purgatorio in cui molti l'avevano relegato, sino a poche settimane fa, è ritornato sulla bocca di tutti e pronto ad una nuova avventura.

    LA STANDING OVATION PER INIESTA - Don Andres, poi tutti gli altri. La sorpresa non è certo nuova, ma quel che stupisce è che Iniesta non perde un colpo. E' il mago, l'artefice, del triplete iberico, per la nazionale più forte dei tempi recenti, se non dell'intera storia. Regala piroette e miracoli, nonostante i ventotto anni, gioca come il più esperto dei gregari e dei veterani. Merita il Pallone d'Oro, il titolo di miglior giocatore dell'Europeo è la sua definitiva consacrazione. E l'applauso di tutto lo stadio di Kiev, durante la finale contro l'Italia, al momento della sua sostituzione, uno splendido apostrofo che celebra le gesti di Don Andres.

    LA DELUSIONE DI VAN PERSIE - La grande delusione. Lui, Robben, Sneijder. Van Maarwijk, soprattutto. Uomini che non hanno portato in alto la gloria e la storia di un paese che ha dipinto a forti tratti le epoche recenti del pallone, da Cruijff a Van Basten, passando da tutti gli altri grandi tulipani del mondo. Non esce certo sminuito, Van Persie, da questa kermesse: forse lo fa Robben, perdente di successo, manca l'occasione per il riscatto Sneijder. Il vero sconfitto è il ct, dimessosi dopo il flop da 0 punti degli Orange.

    LA RISSA DI NASRI - Altro giro, altra sconfitta di lusso. Passa il turno a fatica, crolla 2-0 contro la Spagna nella partita più brutta dell'Europeo, ai quarti di finale. Poi, nel dopo gara, Nasri ha offeso un giornalista ed ora rischia l'esclusione dalla Nazionale. Che, tra parentesi, non sarà più di Blanc, perché nonostante gli sforzi, i Galletti adesso hanno davvero abbassato la cresta.

    LE DUE FACCE DI CRISTIANO RONALDO - Stelle e stalle. Bianco e nero. Non conosce grigi e vie di mezzo, CR7. Sbaglia occasioni facili facili nel girone di qualificazione, spara punizioni nello spazio nonostante pose plastiche alla rincorsa, poi rinsavisce e contro la Repubblica Ceca vince i quarti di finale da solo. Forse poco, ancora troppo poco, per essere il migliore al mondo in assoluto. Iniesta, intanto, sorride e ringrazia.

    IL CUCCHIAIO DI PIRLO - Il pianista. Così, Oltremanica, hanno ribattezzato il demiurgo delle fortune azzurrre. Adesso, dopo l'Italia, lo scopre tutto il mondo: è l'uomo copertina della formazione azzurra, colui che ha preso per mano la banda Prandelli e l'ha portata in finale. Il cucchiaio contro l'Inghilterra, sotto di un gol, ai calci di rigore, è un attimo di lucida follia che ha cambiato per sempre il corso degli eventi per l'Italia.

    IL GOL DI IBRAHIMOVIC - Mai decisivo in Europa, mai decisivo con la Nazionale. Comprensibile, quando davanti hai nazionali più forti, capibile, quando al tuo fianco non hai fior di campioni. Però viene annichilito anche dalla non certo insuperabile retroguardia ucraina ed il gol contro la Francia è solo un acuto in 269 minuti di lento e malinconico blues.

    LA PARTITA DELLO SPREAD - E' l'Europeo della Crisi. I perfidi tedeschi hanno dedicato un titolo amaro, per le casse di quattro paesi in forte difficoltà: "PIGS". Portogallo, Italia, Grecia, Spagna. La traduzione in inglese è poco educata, la sostanza è che in parallelo a quelle sul campo, si sono giocate anche gare durissime soprattutto nelle stanze di Bruxelles. Poi, la partita simbolo dei nostri tempi, quella tra Germania e Grecia, definita da molti "la partita dello spread", con gli ellenici poi volati, appunto "fuori dall'Euro".

    I TIFOSI DELL'IRLANDA - La chiusura con la nota più dolce, più bella. Già esclusi, già eliminati, hanno colorato di verde gli stadi di Polonia ed Ucraina. Una marea in festa, spot più dolce e bello per il calcio che piace e che fa sognare. Tanto di cappello: se sugli spalti occorre trovare un vero vincitore, la banda Trapattoni, forse la peggiore sul terreno di gioco, è in splendida compagnia.
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